Schiapparelli
Marco Zanini è il nuovo direttore creativo di Schiaparelli, responsabile delle collezioni haute couture e pret-à-couture. Lo annuncia ufficialmente una nota della maison. Sarà lui a dirigere il nuovo percorso creativo dell'atelier di Place Vendome e il futuro del marchio che intreccia sartorialità, arte e avanguardia. L'appuntamento con Marco Zanini è a gennaio 2014 durante la settimana della moda parigina di haute couture.
Nota storica su Elsa Schiapparelli: Elsa Schiaparelli fu considerata l'antagonista principale di Coco Chanel nel mondo della moda francese. Opposti gli stili: rigoroso e semplice quello di Chanel, ricco e fantasioso quello di Schiaparelli; opposte le origini: povera la prima, aristocratica la seconda. Entrambe tuttavia avevano in mente una donna libera e indipendente, che non si vergognasse di indossare i loro capi. Il successo di Schiaparelli arrivò mentre la moda del secolo giungeva a una svolta: dall'abito piatto e senza forma della Garçonne, che furoreggiava negli anni venti, si tornò a una moda più femminile, con la vita al punto naturale, abiti sotto al polpaccio di giorno e lunghi da sera, tacchi alti.
Proprio insieme a Chanel, la Schiaparelli fu una delle prime a capire che in futuro la formula vincente per la moda sarebbe stato l'abito pronto per la vendita, utilizzando taglie standard, da poter eseguire in serie. Ribaltando completamente le idee consolidate sul vestire, inventò impermeabili da sera, abiti in vetro, mantelle color rosa shocking ( è considerata la madre di questo colore chiamato infatti rosa Schiapparelli) con enormi soli ricamati in oro sulla schiena. Abiti con aforismi di Jean Cocteau. Salvador Dali le ispirò un tailleur dove le tasche erano minuscole cassettine. A lei si deve il merito della divulgazione della cerniera lampo, assai più pratica delle sfilze di bottoncini che avevano chiuso gli abiti delle donne. I nomi delle collezioni: la prima, Fermati, Guarda e ascolta, e poi Le farfalle, Gli strumenti musicali, L'astrologia. La sua più famosa collezione, Circus, usa giocolieri, pagliacci, coni gelato, elefanti e trapezisti per sottolineare l'estrosità e il dinamismo circense.
La creatività e l'originalità della Schiaparelli, trovano espressione negli accessori: il cappello-scarpa(disegnato dal suo amico Dalì), cappelli come spazi abitati, cappelli dalla forma che sembrano cervelli umani, guanti con le unghie lunghe; a lei si devono i primi orecchini e braccialetti in plexiglas. Per lei, Jean Hugo disegna bottoni-sculture dalle forme più curiose, bottoni a forma di labbra, di caramelle d'orzo, a calamaio, di animali.
Anticipando i tempi, Elsa aveva anche capito che la sfilata è una vetrina, uno spettacolo per i compratori, ma che la vera moda si faceva col prêt-à-porter. ( wikipèdia)
Kenzo e Celine
Entrambi guidano ormai una corrente della moda, sono Kenzo e Celine, marchi cult (del gruppo Lvmh) oggi di scena a Parigi. Kenzo, con gli stilisti Carol&Umberto, sono alla testa di un genere molto modaiolo che piace alle giovani fashion victim, un genere copiatissimo, americano raffinato. I due sono i fondatori di quella fucina retail che è Open Ceremony, un po' negozio e un po' marchio ma in ogni caso di tendenza. Ebbene oggi hanno sfilato negli studios cinematografici, la Hollywood parigina. Spazio enorme e centinaia di altoparlanti piazzati sotto altrettanti catini pieni d'acqua mossa come in una fontana dal ritmo forte della musica. Il tema infatti è l'acqua, le parole d'ordine è "no fish no life" insomma viva il mare fonte di vita. Collezione vagamente californiana ma in versione iper-fashion: tacchi come grattacieli con le finestre, bianco e nero spezzato da toppe positivo/negativo su giubbini e pants. Toppini corti orlati a onde, blu mare monocromo o graffiato, pantaloni sottilissimi e lunghe giacche maschili che diventano soprabiti smanicati. Chemisier o minigonne che siano, tutto ricorda l'acqua, fino ad arrivare alla stampa di pesciolini che sembrano una buona frittura mista. Moderno per moderno, tanto vale aggiungere anche il pvc: sono di plastica, sul rosso corallo o sul blu, perfino certi calzoni al polpaccio che fanno tailleur. Che dire di Phoebe Philo, l'inglese stilista di Celine, se non che è la più imitata del mondo della moda. Forse – dice qualche maligno – i suoi abiti sono più copiati che comprati. Comunque la sua sfilata è uno dei momenti topici della rassegna parigina. Stavolta la signora ha scelto i duri graffiti di Brassai, fotografo franco-ungherese (1899-1984) d'avanguardia, quella vera dei Picasso, Dalì, Matisse, Giacometti. Partendo da lì, la collezione poi spazia tra pennellate di colore e grafismi su forme ampie a chimono, su trench stretti in vita, su abiti a t-shirt portati con borse come buste piatte e morbide. Ma i motivi in passerella sono molteplici: sinuosi i vestiti neri longuette, fermati da un grande anello sulla spalla, eccentricamente compìti i completi in maglia plissettata e profilata di colore dal colletto alle braccia. Gonne svolazzanti al polpaccio sotto giacche perfette, larghe e con maniche al gomito o molto sciancrate ma scostate dal corpo con un effetto maschile/femminile innegabilmente chic.