Il sogno di una vittoria accomuna tutti i giocatori, a volte quella pallina che ruota sulla griglia rotonda dei numeri può diventare un’ossessione. Non solo i giocatori, il funzionamento della roulette ha tenuto banco presso cenacoli di matematici e filosofi che hanno cercato di comprendere la norma regolatrice, decifrarne le sequenze, anticiparne l’esito.
Il risultato è che oggi esiste tutta una pletora di strategie e sistemi di gioco basate sul consiglio degli esperti, d’altra parte pullula la schiera di presunti professionisti del settore che millantano vincite sicure e ricavi garantiti. Promesse che, spoiler, non possono essere mantenute.
Anche Einstein ci ha provato
Lo scienziato Albert Einstein fu tra coloro che si dedicò a comprendere il meccanismo della ruota e cominciare a studiarne le combinazioni. Dopo giorni di riflessioni ed esperimenti il fisico giunse ad una conclusione che sintetizzò con la frase: “L’unico modo per battere la roulette consiste nel rubare i soldi mentre il croupier non guarda.”
Einstein non riuscì a resistere al fascino della ruota, di questa sua forma un po’ misteriosa e un po’ diagrammatica, eppure egli dovette concludere che non esiste una soluzione per vincere sempre, ma nemmeno per aumentare la percentuale di successo. La roulette semplicemente non può essere imbrigliata da una legge matematica, riprendendo Einstein l’unico modo per vincere alla roulette è essere il banco.
L’imprevedibilità delle sequenza
La roulette ben interpreta il concetto di aleatorietà, la non legge che ne regola il funzionamento. In pratica ogni tiro è assolutamente imprevedibile e le probabilità di uscita di una combinazione sono sempre le stesse.
È un concetto molto importante: la roulette non può essere anticipata.
Sembra ovvio, ma per molti non è così. Mettiamo di star puntando su Rosso/Nero o Pari/Dispari, combinazioni dove le possibilità di vittoria sono al 50%.
Spesso però i giocatori tengono conto delle sequenze di numeri che man mano escono credendo che queste influenzino i risultati futuri. Non è così, questo credo errato è chiamato Fallacia del giocatore.
Se per 8 volte consecutive è uscito Nero le probabilità che esca per la nona volta sono al 50%. Diverso, invece, è scommettere sul fatto che il Nero esca 9 volte consecutive, in quel caso le possibilità che succeda sono 1 su 256. Ma questo non inficia su quel nono tiro che ha sempre 1 possibilità su 2 di uscire Nero.
L’incognita dello zero
Non dimentichiamo un dettaglio: le possibilità non sono davvero 50 e 50.
Sul disco delle roulette francese ci sono 37 numeri: 18 neri, 18 rossi, 1 verde. Proprio quest’ultimo rappresenta l’assicurazione del banco. Le probabilità reali sono: Nero(o Pari) 48,64%, Rosso(o Dispari) 48,64% e Verde al 2,72%.
Quindi il banco mantiene sempre un margine rispetto al giocatore di circa 4 punti percentuali in più.
Ovviamente bisogna considerare che queste percentuali si realizzano man mano che aumentano le giocate. Nulla vieta che un giocatore per 30 turni punti sul Rosso e per 30 volte vinca, ciò non cambia che giocando 100 mila turni è molto probabile che il Rosso esca meno della metà delle volte visto che la probabilità di uscita è al 48% contro il 52% di Nero più Verde.
Questo è un concetto espresso dalla Legge dei grandi numeri che in sostanza spiega come la media teorica (calcolata matematicamente) si approssima alla media sperimentale (dimostrata a tentativi) man mano che ci si avvicina a infiniti tentativi.
Se tiriamo la moneta un milione di volte ci sarà un quasi equilibrio tra le uscite di Testa e quelle di Croce.
Alla larga dalla roulette americana
Alla luce di quanto detto sembra ovvio che la roulette americana con 0 e 00 (doppio zero) è da evitare a priori. L’uscita del Verde qui ha il doppio delle probabilità (5,44%), vuol dire che il banco domina il giocatore con un vantaggio teorico di circa 5 punti e mezzo percentuali.
Molto meglio, invece, la versione francese che presenta le regole de ‘La Partage’ ed ‘En Prison’:
- En prison: lo zero congela le puntate che vengono spostate dal croupier nell’area delle puntate semplici. A questo punto si rigioca come se si fosse puntato nuovamente (quindi non si perdono soldi).
- La partage: dopo che lo zero ha congelato la puntata non si deve per forza rigiocare ma si può riavere la metà dell’importo scommesso. Alla terzo uscita consecutiva dello zero si perdono tutti i soldi.
Analogico o digitale, sempre gioco responsabile
A questo punto sarà chiaro che il banco gioca in scioltezza contro gli scommettitori che non sono aiutati dalle probabilità. D’altronde l’azzardo non è solo una mera questione matematica, ma è fatto anche di suggestioni e, molto spesso, puro divertimento.
Se anche Einstein era attratto dalla ruota, perché voi non dovreste esserlo?
Il consiglio allora può essere solo darsi un metodo, tentare la fortuna con sistematicità ben consapevoli che solo la dea bendata può metterci del suo, ma che alla lunga il suo effetto si spegne nella matematica.
Per dare un metodo al nostro gioco più che una tattica meglio avere un’abitudine: budget ben definito e sessioni di gioco con un tempo ben preciso.
In questo senso il gioco online è quello che consente maggior autonomia e semplicità. Riguardo al budget quasi tutti gli operatori con licenza danno la possibilità di impostare un massimale di ricarica settimanale, oltre all’estrema opzione di brevi autosospensioni nel caso ci trovassimo in un momento di basso autocontrollo. Alla sicurezza si unisce una scelta notevole, prendendo ad esempio un operatore storico del mercato italiano (il primo) notiamo che la scelta di giochi è più ampia di quella di un casinò, nel caso specifico possiamo portarcela anche sullo smartphone.
Una bella comodità, che comunque non può sostituire il fascino analogico di questo gioco elegante. In ogni caso l’unico fattore costante non deve essere solo la vittoria del banco ma, giustamente, il gioco responsabile.