Ora tocca a Parigi, che come al solito fa le cose in grande: nove giorni di sfilate che potrebbero essere sintetizzate in sette, mentre Milano è stretta in sei giorni che dovrebbero diventare almeno una settimana piena. Fare il paragone tra le due fashion week, anche partendo dal calendario, non è un inutile esercizio sciovinista. Mai come questa volta è importante il confronto tra Milano e Parigi.
I francesi sanno bene che la diretta concorrente sta facendo di tutto per non perdere la leadership creativa, lo ha dimostrato con la rassegna di passerelle che si è conclusa lunedì: Milano è stata vivace, creativa, piena di nomi nuovi ma anche di grandi firme impegnate nella creatività come negli investimenti per aprire show room e negozi.
Nei primi giorni da segnalare griffe di nicchia come Cedric Charlier, Christophe Lemaire, Gareth Pugh, ma anche Rochas disegnato da Marco Zanini, e poi Undercover, Guy Laroche e il sempre attuale e grande Dries Van Noten. Domani, oltre a Balenciaga, Carven e Balmain, sarà la volta di Nina Ricci, Rick Owens e soprattutto Lanvin. Venerdì, tra gli altri, Chalayan, Isabel Marant, Sonia Rykiel, Maison Margiela, Yamamoto e soprattutto Christian Dior.
Nel week end sono attesi Watanabe, Hackermann, Viktor&Rolf, Westwood, Comme des garcons, Gaultier, Kenzo, Celine, Chloè, John Galliano, Givenchy. Lunedì, Stella McCartney, Giambattista Valli, Emanuel Ungaro disegnato da Fausto Puglisi, Elie Saab, Veronique Branquinho e Saint Laurent. Il giorno dopo ecco Chanel, Castelbajac, il cinese Shiatzy Chen, Alexander McQueen e la maison italiana Valentino. Nell'ultimo giorno, infine, l'ammiraglia Louis Vuitton, Vionnet, Moncler Gamme Rouge, Hermes e Miu Miu il marchio di Miuccia Prada. C'è di che sbizzarrirsi in questa gara tra eleganze, e chi vuole faccia il tifo.