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Il cashe col, nuova e gentile eleganza

Lo chiamano anche strangolino, e non è solo per viveur

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Il re, Giorgio Armani, lo ha presentato sulle ultime passerelle di moda maschile come il nuovo simbolo di una leggera e gentile eleganza, appunto. Il cashe col. I suoi modelli sfilavano indossandone uno, ben arrotolato e coordinato magistralmente con i completi che indossavano.
Per la generazione come la mia è un bellissimo ricordo: il look maschile anni ’70. L’accessorio che si portava con pantaloni scampanati, camicie floreali e gilet. Testimoni di quella tendenza, allora, tipi come David Bowie, Mick Jagger e il nostro grande Lucio Battisti. 
Il cashe col viene anche chiamato strangolino, quel curioso incrocio tra un foulard, un fazzoletto e una cravattona. Da non confondersi, però, con il c.d. ascot, ulteriore variante di accessori: questo è di forma più allungata e va indossato fuori dalla camicia. 
Spesso leggero e vivace, il cashe col o strangolino, è tornato e pare voglia ritrovare lo spazio perduto negli ultimi anni; fa un po’ motociclista se sei giovane e un po’ viveur se ti senti di esserlo ancora, giovane. Lo portano anche certi  pescatori isolani, probabilmente per ripararsi dall’umidità del mare notturno, ma da noi, in città è essenzialmente un accessorio stravagante, che sostituisce, senza ovviamente togliere la sua importanza, la cravatta.
Si diceva che nelle ultime sfilate da uomo di Milano lo hanno presentato come nuova tendenza diversi stilisti, oltre Armani lo abbiamo visto da Marras, Bottega Veneta, Dsquared2 e Missoni.
Ad alcuni giornalisti Armani ha mostrato anche il modo migliore di annodarlo, perché, ha detto: “Un cashe col ti deve coccolare”.

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